Che cosa accade veramente a chi subisce un pignoramento?
Quasi nessuno lo sa. Lo si scopre solitamente quando capita di trovarsi in questa situazione. Ma per alcuni può essere tardi per intervenire.
Di questi tempi, moltissime persone vanno incontro a difficoltà finanziarie almeno in qualche periodo della loro vita. Il 15% delle famiglie italiane è considerato in stato di povertà o prossimo ad essa. E molte di queste famiglie, a causa di debiti che si accumulano, finiscono per subire il pignoramento della loro casa.
Forse non tutti sanno che, nella stragrande maggioranza dei casi, chi subisce un pignoramento non riuscirà a saldare il suo debito nemmeno dopo la vendita della sua casa all’asta.
Ma come, dopo che mi avranno portato via la casa, non mi lasciano in pace?
La risposta è no; ma, in genere, chi subisce il pignoramento della casa lo scopre soltanto dopo (quando non sarà più possibile tornare indietro).
Questo succede perché i debiti risultano sempre molto superiori a quanto il debitore ritenesse: al debito iniziale si aggiungono interessi legali, interessi di mora, spese legali e spese di procedura, dunque una serie di professionisti da pagare che spesso gonfiano notevolmente le loro parcelle in questi casi.
Cosicché il debito può gonfiarsi fino al doppio o al triplo dell’importo iniziale, e anche più.
D’altro canto, la casa viene quasi sempre svenduta a un prezzo molto inferiore al suo valore di mercato.
Il risultato è che, dopo la (s)vendita della casa, l’esecutato rimane debitore ancora per decine di migliaia di euro, e sarà “braccato” per il resto della sua vita con telefonate e lettere di sollecito.
Se la cosa finisse qui, potrebbe essere ancora sopportabile.
Ma non è così!
Il pignorato non potrà mai più avere accesso al credito, non potrà più comprare nemmeno un telefonino a rate;
non potrà avere un conto corrente (nemmeno alle Poste) perché gli bloccherebbero subito le somme che vi deposita o che riceve;
non potrà mai più avere un lavoro in regola perché gli verrebbe sequestrato un quinto dello stipendio (oltre al disagio che il datore di lavoro debba apprendere di questa situazione);
al momento di andare in pensione, anche questa gli verrà decurtata di un quinto, per un debito residuo che continuerà ad accumulare interessi e che diventa praticamente INESTINGUIBILE, fino alla morte del debitore e alla trasmissione dei debiti agli eredi;
la persona pignorata non potrà più avere nemmeno un’auto intestata perché gli verrà applicato il fermo amministrativo, col quale si vieta la circolazione del mezzo;
inoltre sarà anche impossibile vendere il mezzo colpito da fermo amministrativo.
Una vera e propria CONDANNA A MORTE FINANZIARIA.
Esiste un qualsiasi modo per evitare tutto questo?
In molti casi, sì.
Per far fronte a queste circostanze veramente spiacevoli, si è andata affermando in anni recenti una particolare figura professionale che, mettendo in atto una complessa procedura, si prefigge l’obiettivo di ottenere una liberatoria e la rinuncia agli atti da parte di ciascun creditore, interrompendo la procedura esecutiva e cancellando all’esecutato tutti i debiti di una vita, in modo che a lui e alla sua famiglia sia concessa una nuova chance di ricominciare la vita liberi dai debiti.
Viene anche fornito un aiuto in liquidità per l’entrata in una nuova abitazione (per le spese di trasloco e per pagare i primi mesi di affitto).
Come posso accedere a questa procedura?
La prima cosa è non perdere nemmeno un attimo di tempo: infatti, se l’asta è molto vicina, le possibilità di successo possono ridursi.
Chiedi l’analisi di fattibilità, per verificare se ci sono le condizioni per intervenire, compilando il questionario che trovi al link qui sotto. Si consiglia di farlo adesso e di non rimandare.
https://sos-tutela-casa.com/analisi-gratuita-fattibilita/